I CORTEI


VENEZIA

La repubblica di San Marco presenta un episodio storico quattrocentesco, rievocante la donazione della isola di Cipro a Venezia. Tale donazione fu possibile nel 1489, quando Caterina Cornaro, nobildonna veneziana e regina dell'isola, fu accolta con grandi onori nella sua patria, alla quale cedette la signoria di Cipro.
Il corteo di Venezia mostra l'organizzazione politico-amministrativa dell'oligarchia mercantile che reggeva le sorti dello Stato; sfilano in tal modo il Doge, i Senatori, gli Ambasciatori, il Capitano de Mar, comandante della flotta.
La parte iniziale del corteo, formata da nobili, tamburini e trombettieri, mette in evidenza il "vessillo di San Marco", donato a Venezia nel 1171 da Papa Alessandro III quale segno di gratitudine per aver svolto una funzione mediatrice tra Papato, Impero e Comuni.


GENOVA

Il corteo storico di Genova rievoca l'età consolare della repubblica ligure, prima cioè dell'avvento dei dogi e la trasformazione in una sorta di monarchia aristocratica e mercantile. L'episodio centrale del corteo è Guglielmo Embriaco detto "Testa di maglio", condottiero genovese che guidò le navi della repubblica all'assedio di Gerusalemme durante la Prima Crociata. In quella circostanza egli portò a Genova il Sacro Catino che, secondo la tradizione, sarebbe stato utilizzato nel corso dell'Ultima Cena da Gesù e dagli Apostoli.
Il corteo evidenzia poi i rappresentanti delle classi sociali genovesi del periodo comunale: i mercanti, gli uomini d'arme, il popolo. Altra figura di rilievo è infine Caffaro di Caschifellone, l'annalista che rievocò le imprese dell'Embriaco, narrando le sue spiccate doti di strategia militare e di inventore di congegni bellici utilizzati per espugnare la Città Santa.


PISA

Il corteo storico di Pisa mostra alcuni momenti salienti della storia della città. Il più antico è di certo rappresentato da Kinzica de' Sismondi, l'eroina pisana che nel 1004 salvò la sua patria da un improvviso attacco saraceno.
Vengono quindi evidenziate le varie fasi evolutive del Comune pisano, rappresentate dai consoli, dal podestà, dal capitano del popolo. Il corteo è inoltre costituito da armati, recanti il simbolo germanico dell'aquila nera in campo oro, marinai, trombettieri. timpanisti.


AMALFI

Il Corteo storico di Amalfi, ideato dallo scenografo Roberto Scielzo, rappresenta la società amalfitana negli anni intorno al Mille, quando la repubblica marinara campana aveva raggiunto il massimo apogeo. I costumi, di stile arabo-bizantino, sono confezionati mediante le stoffe pregiate di seta, lino, broccato, damasco importate dall'impero d'Oriente. Nel corteo sono presenti i rappresentanti delle varie classi sociali: le magistrature, tra cui il duca, i giudici, il conte di palazzo, i consoli; i militari, con i cavalieri della corte ducale, i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, gli arcieri; il popolo, con i marinai ed i rematori.
Elemento centrale del corteo è il matrimonio del figlio del duca con una nobildonna figlia di un dinasta o di un prestigioso aristocratico di un vicino principato longobardo. Con tale matrimonio veniva sancita la maggiore età raggiunta dal rampollo amalfitano (18 anni) e la sua associazione al potere politico. I cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, il cui costume è divenuto francobollo nazionale, rievocano infine il fondatore del Sovrano Ordine Militare, diventato poi di Rodi e quindi di Malta, Fra Gerardo Sasso di Scala.